FONDI STRUTTURALI EUROPEI 2014-2020 E RUOLO DEL TERZO SETTORE
24-05-2014 17:23 - NEWS ACLI TOSCANA - territorio
IL TERZO SETTORE E´ CAPACE DI FARE RETE E PARTECIPARE ALLA PROGRAMMAZIONE, MA GLI VENGA RICONOSCIUTA PARI DIGNITA´
Roma 24 maggio 2014 - Si è conclusa la due giorni del seminario "Fondi europei 2014 2020 e il ruolo del terzo settore" organizzato dal Forum Nazionale del Terzo Settore con il supporto e la collaborazione della Fondazione CON IL SUD che ha visto la partecipazione di oltre duecento rappresentanti del non profit italiano.
"L´Accordo di Partenariato è decisivo per dare possibilità di sviluppo coeso per il Paese. Il compito dei Fondi strutturali 2014-2020 è infatti quello di rilanciare e tenere insieme le nostre comunità e il nostro Paese. Il terzo settore vuole quindi essere protagonista in questi Fondi, nelle scelte e nella individuazione di politiche e programmi, concentrando il nostro intervento non solo rispetto ai temi del contrasto alla povertà e dell´esclusione sociale - che è il principale obiettivo di questi Fondi - ma anche su altri programmi." Queste le parole di Pietro Barbieri, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore. "Nella scorsa tornata dei Fondi - ha proseguito Barbieri - ci sono stati moltissimi problemi. In particolare sui Pac sono stati impegnati, ad oggi, solamente 6 milioni dei 750 disponibili. Il tema di fondo è stato il non dare il giusto ruolo ai diversi attori coinvolti, dai comuni, alle regioni, alle amministrazioni, e a non coinvolgere in maniera piena il terzo settore. Questo seminario vuole essere un punto di partenza per il terzo settore per mettere in moto l´impegno per la costruzione di un suo ruolo centrale nella programmazione affinché non vada persa un´altra occasione."
Il non facile e completo coinvolgimento del terzo settore, insieme ad una visione che considera le politiche sociali e il welfare troppo spesso residuali è stato sottolineato anche da alcune esperienze di Forum regionali del terzo settore. Il punto è non considerare ancora la coesione sociale come una leva per lo sviluppo. Cambiare visione e prospettiva, e vedere nei Fondi uno strumento capace di far crescere un tessuto sociale, di creare rete tra i soggetti coinvolti e quindi di saper creare programmi di qualità e far crescere anche l´occupazione deve essere alla base del nuovo processo di programmazione.
Anche per il Presidente della Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo la connessione tra coesione sociale, inclusione sociale e sviluppo è evidente. "Il problema - ha dichiarato - è che in questi Fondi le risorse per l´inclusione sociale non sono poi così tante". Così come il tema del coinvolgimento e della partecipazione e dei rapporti con le amministrazioni "non ha funzionato in passato. Il punto è quindi, anche da parte del terzo settore, fare uno sforzo in più e cominciare a pensare a mettere in atto dei meccanismi di assistenza con le amministrazioni. Il terzo settore è capace di fare progetti, non meglio non peggio di altri soggetti, ma comunque capace. Il punto allora è che o si riconosce al terzo settore pari dignità rispetto agli altri soggetti coinvolti, istituzionali e non, oppure non si va da nessuna parte. In questo bisogna portare avanti una battaglia sociale e politica affinché il terzo settore sia considerato soggetto attivo di cambiamento."
"Quello che dobbiamo fare oggi è quindi presidiare i Fondi e garantire presenza e partecipazione vera, vera attuazione dei processi, veri partenariati. Senza dimenticarci il nostro ruolo di monitoraggio e pressione perché i fondi vengano utilizzati al meglio. Il terzo settore - ha concluso il Portavoce - deve saper costruire progettualità e avere consapevolezza delle sue capacità. Dobbiamo alzare la testa, evidenziare il nostro ruolo e le nostre competenze per essere rispettati e considerati come un interlocutore autorevole
Roma 24 maggio 2014 - Si è conclusa la due giorni del seminario "Fondi europei 2014 2020 e il ruolo del terzo settore" organizzato dal Forum Nazionale del Terzo Settore con il supporto e la collaborazione della Fondazione CON IL SUD che ha visto la partecipazione di oltre duecento rappresentanti del non profit italiano.
"L´Accordo di Partenariato è decisivo per dare possibilità di sviluppo coeso per il Paese. Il compito dei Fondi strutturali 2014-2020 è infatti quello di rilanciare e tenere insieme le nostre comunità e il nostro Paese. Il terzo settore vuole quindi essere protagonista in questi Fondi, nelle scelte e nella individuazione di politiche e programmi, concentrando il nostro intervento non solo rispetto ai temi del contrasto alla povertà e dell´esclusione sociale - che è il principale obiettivo di questi Fondi - ma anche su altri programmi." Queste le parole di Pietro Barbieri, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore. "Nella scorsa tornata dei Fondi - ha proseguito Barbieri - ci sono stati moltissimi problemi. In particolare sui Pac sono stati impegnati, ad oggi, solamente 6 milioni dei 750 disponibili. Il tema di fondo è stato il non dare il giusto ruolo ai diversi attori coinvolti, dai comuni, alle regioni, alle amministrazioni, e a non coinvolgere in maniera piena il terzo settore. Questo seminario vuole essere un punto di partenza per il terzo settore per mettere in moto l´impegno per la costruzione di un suo ruolo centrale nella programmazione affinché non vada persa un´altra occasione."
Il non facile e completo coinvolgimento del terzo settore, insieme ad una visione che considera le politiche sociali e il welfare troppo spesso residuali è stato sottolineato anche da alcune esperienze di Forum regionali del terzo settore. Il punto è non considerare ancora la coesione sociale come una leva per lo sviluppo. Cambiare visione e prospettiva, e vedere nei Fondi uno strumento capace di far crescere un tessuto sociale, di creare rete tra i soggetti coinvolti e quindi di saper creare programmi di qualità e far crescere anche l´occupazione deve essere alla base del nuovo processo di programmazione.
Anche per il Presidente della Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo la connessione tra coesione sociale, inclusione sociale e sviluppo è evidente. "Il problema - ha dichiarato - è che in questi Fondi le risorse per l´inclusione sociale non sono poi così tante". Così come il tema del coinvolgimento e della partecipazione e dei rapporti con le amministrazioni "non ha funzionato in passato. Il punto è quindi, anche da parte del terzo settore, fare uno sforzo in più e cominciare a pensare a mettere in atto dei meccanismi di assistenza con le amministrazioni. Il terzo settore è capace di fare progetti, non meglio non peggio di altri soggetti, ma comunque capace. Il punto allora è che o si riconosce al terzo settore pari dignità rispetto agli altri soggetti coinvolti, istituzionali e non, oppure non si va da nessuna parte. In questo bisogna portare avanti una battaglia sociale e politica affinché il terzo settore sia considerato soggetto attivo di cambiamento."
"Quello che dobbiamo fare oggi è quindi presidiare i Fondi e garantire presenza e partecipazione vera, vera attuazione dei processi, veri partenariati. Senza dimenticarci il nostro ruolo di monitoraggio e pressione perché i fondi vengano utilizzati al meglio. Il terzo settore - ha concluso il Portavoce - deve saper costruire progettualità e avere consapevolezza delle sue capacità. Dobbiamo alzare la testa, evidenziare il nostro ruolo e le nostre competenze per essere rispettati e considerati come un interlocutore autorevole