FORTE CRESCITA DELLE BADANTI ITALIANE IN TOSCANA: +25% IN TRE ANNI.
18-05-2017 13:12 - NEWS ACLI TOSCANA - territorio

Lo rilevano le ACLI toscane mediante i dati statistici del Patronato. Le più numerose restano le badanti rumene, ma al secondo posto ci sono le italiane.
Le Acli toscane mediante un´analisi dei dati raccolti dal Patronato Acli hanno fatto un quadro dell´assistenza domestica nella nostra regione.
Il dato statistico più rilevante che ne emerge è che in Toscana nell´ultimo triennio sono aumentate notevolmente le badanti italiane sia in termini assoluti che percentuali. Un incremento di oltre il 25%.
"Segno dei tempi che cambiano, complice la crisi economica" - osserva il Presidente regionale Acli Giacomo Martelli rilevando che sempre più donne (e talvolta uomini) italiane sono disposte a fare i cosiddetti ´lavori umili´, quelli che fino a qualche anno fa venivano svolti soltanto dagli stranieri, mentre oggi fanno registrare un incremento di italiani".
Il dato statistico più rilevante che ne emerge è che in Toscana nell´ultimo triennio sono aumentate notevolmente le badanti italiane sia in termini assoluti che percentuali. Un incremento di oltre il 25%.
"Segno dei tempi che cambiano, complice la crisi economica" - osserva il Presidente regionale Acli Giacomo Martelli rilevando che sempre più donne (e talvolta uomini) italiane sono disposte a fare i cosiddetti ´lavori umili´, quelli che fino a qualche anno fa venivano svolti soltanto dagli stranieri, mentre oggi fanno registrare un incremento di italiani".
La crescita delle badanti italiane va, peraltro, di pari passi con l´aumento delle badanti in generale, una professione sempre più ricercata in un Paese che invecchia
Nella nostra regione, le badanti italiane, attraverso le richieste rivolta al Patronato Acli, erano 305 nel 2015, sono diventate 350 nel 2016 e 396 nel 2017. Un incremento di circa il 25 per cento in soli tre anni, che fa sì che le italiane siano le bandati più numerose dopo quelle rumene. Anche queste ultime, continuano ad aumentare, seppur di poco (dalle 771 del 2015 alle 788 del 2017). Diminuiscono invece le badanti polacche (passate da 144 a 129 nello stesso arco di tempo) e quelle ucraine, al terzo posto per quantità, che registrano un brusco calo (da 303 a 273). Aumentano invece la assistenti domestiche filippine (da 188 a 210) e quelle georgiane (da 171 a 190).
Per quanto riguarda la provincia di Firenze, anche in questo caso si registra la tendenza dell´aumento delle badanti italiane, con un incremento del 25% negli stessi tre anni presi in esame. Aumentano anche le filippine, raddoppiano le georgiane. Aumentano anche le rumene e le peruviane. Complessivamente, la richiesta di un servizio badanti a Firenze presso il Patronato Acli è raddoppiato.
Nella nostra regione, le badanti italiane, attraverso le richieste rivolta al Patronato Acli, erano 305 nel 2015, sono diventate 350 nel 2016 e 396 nel 2017. Un incremento di circa il 25 per cento in soli tre anni, che fa sì che le italiane siano le bandati più numerose dopo quelle rumene. Anche queste ultime, continuano ad aumentare, seppur di poco (dalle 771 del 2015 alle 788 del 2017). Diminuiscono invece le badanti polacche (passate da 144 a 129 nello stesso arco di tempo) e quelle ucraine, al terzo posto per quantità, che registrano un brusco calo (da 303 a 273). Aumentano invece la assistenti domestiche filippine (da 188 a 210) e quelle georgiane (da 171 a 190).
Per quanto riguarda la provincia di Firenze, anche in questo caso si registra la tendenza dell´aumento delle badanti italiane, con un incremento del 25% negli stessi tre anni presi in esame. Aumentano anche le filippine, raddoppiano le georgiane. Aumentano anche le rumene e le peruviane. Complessivamente, la richiesta di un servizio badanti a Firenze presso il Patronato Acli è raddoppiato.
"Il lavoro di cura era una tradizione dell´Italia di sessanta anni fa, oggi viene riscoperto dalle nostre concittadine in seguito al cambiamento endemico della società, sempre più anziana" – sottolinea Giacomo Martelli, che aggiunge: "E´ anche la perdita del lavoro e la disoccupazione che porta molti italiani a riscoprire quelli che comunemente vengono denominati lavori umili e comunque è un segnale significativo questa disponibilità degli italiani e delle italiane di "riciclarsi" in lavori che un tempo erano esclusivi di persone immigrate. E potrebbe essere, indirettamente un segnale –conclude Martelli- di una maggiore propensione a mantenere l´anziano all´interno della famiglia.