I PATRONATI DEL CEPA CHIEDONO DI INCONTRARE RENZI E GRASSO
04-12-2014 23:29 - NEWS ACLI TOSCANA - territorio

Acli, Inas, Inca e Ital chiedono di incontrare il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente del Senato Pietro Grasso per consegnare, prima che la Legge di stabilità sia approvata dal Senato, il milione di firme della petizione contro i tagli ai patronati. La mobilitazione unitaria continuerà su tutto il territorio nazionale, con iniziative anche di carattere locale.
I Patronati aderenti al Ce Pa scrivono che "Pur avendo apprezzato l´emendamento approvato alla Camera con il quale è stato dimezzato il taglio di 150 milioni di euro originariamente previsto nella prima stesura della legge di Stabilità, restiamo profondamente preoccupati; anche se il danno è stato ridotto, le conseguenze continuerebbero ad essere gravi per la tenuta del sistema patronati, sia sotto il profilo della gratuità della tutela, sia per ciò che concerne i livelli occupazionali".
Se la norma dovesse passare l´esame del Senato, spiegano i quattro patronati "dovremmo affrontare una dolorosa riduzione del personale che con impegno e passione ogni giorno lavora a contatto con il pubblico. Il provvedimento, allo stato attuale, comporterebbe la chiusura di molti dei nostri sportelli"
A sostegno delle nostre ragioni - scrivono a Renzi e a Grasso - continuiamo a ricevere attestati di solidarietà non anche degli Enti previdenziali (Inps e Inail), che hanno ripetutamente sottolineato come la riduzione delle risorse ai patronati metta in ginocchio il loro stesso funzionamento".
Nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, i quattro patronati precisano che, pur "consapevoli delle difficoltà in cui versa il nostro paese, riteniamo ingiusto trasformare l´esercizio di qualsiasi diritto in una competizione di mercato, costringendo il cittadino a rinunciare alla tutela gratuita".
I Patronati aderenti al Ce Pa scrivono che "Pur avendo apprezzato l´emendamento approvato alla Camera con il quale è stato dimezzato il taglio di 150 milioni di euro originariamente previsto nella prima stesura della legge di Stabilità, restiamo profondamente preoccupati; anche se il danno è stato ridotto, le conseguenze continuerebbero ad essere gravi per la tenuta del sistema patronati, sia sotto il profilo della gratuità della tutela, sia per ciò che concerne i livelli occupazionali".
Se la norma dovesse passare l´esame del Senato, spiegano i quattro patronati "dovremmo affrontare una dolorosa riduzione del personale che con impegno e passione ogni giorno lavora a contatto con il pubblico. Il provvedimento, allo stato attuale, comporterebbe la chiusura di molti dei nostri sportelli"
A sostegno delle nostre ragioni - scrivono a Renzi e a Grasso - continuiamo a ricevere attestati di solidarietà non anche degli Enti previdenziali (Inps e Inail), che hanno ripetutamente sottolineato come la riduzione delle risorse ai patronati metta in ginocchio il loro stesso funzionamento".
Nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, i quattro patronati precisano che, pur "consapevoli delle difficoltà in cui versa il nostro paese, riteniamo ingiusto trasformare l´esercizio di qualsiasi diritto in una competizione di mercato, costringendo il cittadino a rinunciare alla tutela gratuita".