INTERVISTA A STEFANO TASSINARI, VICE PRESIDENTE ACLI NAZIONALI, SULLA LEGGE DELEGA SUL TERZO SETTORE
25-09-2014 11:27 - NEWS ACLI TOSCANA - territorio
di Gabriele Parenti
Abbiamo chiesto a Stefano Tassinari che è anche il rappresentante delle ACLI nel Forum Nazionale del Terzo Settore una valutazione della legge delega dalla quale dovrà scaturire la riforma del Terzo settore, un passaggio di grande importanza per un settore cruciale della vita sociale italiana anche perché -come specifica nell´intervista - è la prima volta interviene un riconoscimento esplicito di questo ruolo.
Quale giudizio di sintesi sulla legge delega al governo per la riforma del terzo settore?
Positivo voler riconoscere il ruolo sociale ed economico del Terzo Settore, riordinare, stabilizzare e semplificare norme e confini dopo un ventennio di leggi e iniziative sperimentali come il 5 per mille o l´impresa sociale. Importante che si proceda a una vera semplificazione delle norme e delle conseguenti attività, che si garantiscano confini chiari sia rispetto al mondo profit che a realtà di finto Terzo Settore; ora si dia spazio anche ai temi, ai problemi e alle persone di cui ci si occupa partendo dalla povertà e dai fondi sociali.
Quali le innovazioni più significative?
Addivenire a un testo unico sulla materia, rilanciare l´impresa sociale, estendere il servizio civile, chiarire come deve funzionare il 5 per mille, prevedere maggiore coinvolgimento delle rappresentanze del Terzo Settore nelle decisioni e nella organizzazione delle politiche sociali e culturali.
Quali le criticità ancora irrisolte?
Diverse.
1. Vanno riscritti alcuni passaggi del ddl laddove nel voler controllare si finisce per aprire a troppi controlli col rischio che si generi ulteriore burocrazia a scapito delle esperienze autentiche.
La legge deve riconoscere e non irrigidire: per esempio, per organizzare un comitato di genitori della scuola o per fare le pulizie della chiesa non ci deve essere bisogno di permessi o si viola la libertà di associazione, mentre invece deve essere pesantemente sanzionato chi nella Pubblica Amministrazione fa gare al ribasso o paga in ritardo favorendo di fatto i più furbi, come chi fa concorrenza sleale sulla pelle dei lavoratori.
2. Va chiarito meglio che le imprese sociali devono restare organizzazioni coerenti con la loro natura non lucrativa e che il Servizio Civile può estendersi ai giovani stranieri.
3. Devono seguire gli investimenti: oltre ai capitoli del testo, nelle politiche sociali, nello stabilizzare il cinque per mille, nel Servizio Civile e si devono aprire altri capitoli al dialogo con chi rappresenta il Terzo Settore a cominciare dal nuovo Patto per la Salute che, pur prevedendo impegni importanti, rischia di essere molto Sanità e poco Salute, poco aperto a una politica che coinvolge territori e che integra n modo strategico la salute con il sociale cominciando dal prevedere una rete reale di assistenza domiciliare, non più scaricabile sulla pelle delle famiglie e che renderebbe la spesa anche più efficiente.
Abbiamo chiesto a Stefano Tassinari che è anche il rappresentante delle ACLI nel Forum Nazionale del Terzo Settore una valutazione della legge delega dalla quale dovrà scaturire la riforma del Terzo settore, un passaggio di grande importanza per un settore cruciale della vita sociale italiana anche perché -come specifica nell´intervista - è la prima volta interviene un riconoscimento esplicito di questo ruolo.
Quale giudizio di sintesi sulla legge delega al governo per la riforma del terzo settore?
Positivo voler riconoscere il ruolo sociale ed economico del Terzo Settore, riordinare, stabilizzare e semplificare norme e confini dopo un ventennio di leggi e iniziative sperimentali come il 5 per mille o l´impresa sociale. Importante che si proceda a una vera semplificazione delle norme e delle conseguenti attività, che si garantiscano confini chiari sia rispetto al mondo profit che a realtà di finto Terzo Settore; ora si dia spazio anche ai temi, ai problemi e alle persone di cui ci si occupa partendo dalla povertà e dai fondi sociali.
Quali le innovazioni più significative?
Addivenire a un testo unico sulla materia, rilanciare l´impresa sociale, estendere il servizio civile, chiarire come deve funzionare il 5 per mille, prevedere maggiore coinvolgimento delle rappresentanze del Terzo Settore nelle decisioni e nella organizzazione delle politiche sociali e culturali.
Quali le criticità ancora irrisolte?
Diverse.
1. Vanno riscritti alcuni passaggi del ddl laddove nel voler controllare si finisce per aprire a troppi controlli col rischio che si generi ulteriore burocrazia a scapito delle esperienze autentiche.
La legge deve riconoscere e non irrigidire: per esempio, per organizzare un comitato di genitori della scuola o per fare le pulizie della chiesa non ci deve essere bisogno di permessi o si viola la libertà di associazione, mentre invece deve essere pesantemente sanzionato chi nella Pubblica Amministrazione fa gare al ribasso o paga in ritardo favorendo di fatto i più furbi, come chi fa concorrenza sleale sulla pelle dei lavoratori.
2. Va chiarito meglio che le imprese sociali devono restare organizzazioni coerenti con la loro natura non lucrativa e che il Servizio Civile può estendersi ai giovani stranieri.
3. Devono seguire gli investimenti: oltre ai capitoli del testo, nelle politiche sociali, nello stabilizzare il cinque per mille, nel Servizio Civile e si devono aprire altri capitoli al dialogo con chi rappresenta il Terzo Settore a cominciare dal nuovo Patto per la Salute che, pur prevedendo impegni importanti, rischia di essere molto Sanità e poco Salute, poco aperto a una politica che coinvolge territori e che integra n modo strategico la salute con il sociale cominciando dal prevedere una rete reale di assistenza domiciliare, non più scaricabile sulla pelle delle famiglie e che renderebbe la spesa anche più efficiente.