LE ACLI TOSCANE CONTRO LE INSIDIE DEL WEB: COME DIFENDERSI? NE PARLIAMO CON LA PROF.SSA SERENA LISI PER CONOSCERE MEGLIO PERICOLI E FORME DI TUTELA
18-05-2018 22:12 - NEWS ACLI TOSCANA - territorio

INTERVISTA DI GABRIELE PARENTI
La risposta a questa domanda è molto complessa e spesso anche gli studiosi più esperti del fenomeno rischiano di cadere nel banale. Per l´occasione, vorrei esporre il mio punto di vista personale, prendendo a prestito alcune teorie sociologiche e criminologiche come la teoria dei "vetri rotti" (Zimbardo 1969) anche nota o della "finestra rotta" (Wilson e Kelling 1982) o ancora la Routine Activity Theory (Felson e Cohen 1979), nelle quali si dice che ambienti degradati e privi di regole favoriscono comportamenti socialmente stigmatizzati, devianti o criminosi. Lo spazio cyber è anarchico e quindi può accadere che fenomeni di devianza o criminosi trovino libero sfogo. Faccio presente che non tutti gli episodi di devianza (cioè di comportamenti contrari ai costumi socialmente accettati o agli usi normativi) debbano avere una connotazione negativa. Tuttavia, ho inserito nella trattazione anche questi episodi per far capire che il problema non è l´episodio criminoso in sè, quale può essere definito, ad esempio, il cyberbullismo, ma la portata virale di alcuni comportamenti anti-sociali ed anti-sistema. Il bullismo è sempre esistito, tanto da essere descritto in letteratura fin dal 1800 - due straordinari esempi si ritrovano in Dickens (i ragazzini che bistrattano Oliver Twist) e Verga (Rosso Malpelo) - e da essere cilicamente messo sulle prime pagine dei giornali. L´avvento dell´era digitale ha semplicemente reso globale il fenomeno, più visibile a tutti e, forse, ha anche abbassato l´età di accesso a contenuti e immagini violente, prive del controllo genitoriale, che bombardano i nostri figli attraverso i dispositivi elettronici di cui vengono dotati da genitori e tutori proprio per essere tenuti sotto controllo. Ma, rifacendosi ad una nota frase applicata in filosofia del diritto, chi controlla i controllori ?...soprattutto quando i controllori sono dispositivi elettronici privi di filtri. Infatti, se va molto di moda attivare il cosiddetto parental control ai televisori e, oggi, anche ai computer, non è altrettanto facile applicarli a smartphones e tablet, che i giovani nativi digitali manipolano meglio di noi.
2. Alcuni social stanno vietando l´uso per i minori. Ma questi provvedimenti avranno efficacia? O servono altri strumenti?
Una regolamentazione etica dei social è sicuramente utile, un buon inizio, ma il pur virtuoso provvedimento non è così semplice da far rispettare. Anche questa è una storia vecchia, simile a quella già vissuta con il divieto di vendita di sigarette e alcolici ai più giovani. Tale divieto viene aggirato in mille modi: in sostanza, il minore si fa prestre un´identità da un complice più grande. L´esempio che viene in mente a tutti è quello dell´acquisto di sigarette e alcolici usando la tessera sanitaria (magari sottratta indebitamente) di un fratello o amico più grande, per usarla in un distributore automatico. Anche se servono alcuni passaggi in più, sono svariati i teenagers che sanno falsificare la loro età e la loro identità. Hanno imparato in molti modi, talora perfino leggendo libri consigliati a scuola per tutt´altro scopo (difendersi dai pericoli di internet); libri di hackers patriottici, che spiegano le più comuni truffe in internet o libri, in origine tecnici, a proposito di data mining nei social media o di protezione della privacy in rete!
3. Altro fenomeno preoccupante è quello dello stalking via web.. Come reprimere questo reato salvaguardando la privacy?
Il reato di stalking è un reato previsto dal codice penale. E´ punito come atto persecutorio ed è regolamentato all´art 612 bis c.p. (il 612 invece è dedicato alle minacce). E´ interessante notare che l´uso di strumenti telematici costituisce un´aggravante, come da innovazione introdotta dal D.L. 14.8.2013, n. 93, convertito, con modificazioni, in L. 15.10.2013, n. 119, secondo cui l´aggravamento di pena scatta «se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici». Il miglior mezzo per reprimere questi reati è, ahimè, il più vecchio ed nche il più desueto del mondo: la denuncia, seguita, magari, da una pena esemplare. Il problema è che spesso gli stalkers, telematici o no, continuano a girare indisturbati intorno alle vittime, nonostante denunce, condanne e quant´altro. Alcuni reati di stalking sono stigmatizzati più di altri, come quelli perpetrati da uomini aggressivi ai danni di donne indifese. Abbiamo fatto pubblicità contro le persecuzioni e le violenze, abbiamo coniato un nuovo vocabolo, il "femminicidio", ma non abbiamo ancora fatto veri passi avanti. La prima cosa che dovremmo capire è che i reati persecutori sono, prima di tutto, contro la persona, l´essere umano in quanto tale e che i soggetti tradizionalmente considerati più deboli, come donne, bambini e anziani, sono tali non solo per una loro reale posizione soggettiva di svantaggio (minore forza fisica o minore autonomia o minore esperienza di vita), ma anche perchè non protetti dalla società. Chi denuncia è un delatore, chi indaga viola l´altrui privacy, chi parla è chiacchierone...e così si vanificano anche quei dispositivi normtivi a disposizione.
4. Diritto d´autore, plagio internet ha una minore tutela rispetto, ad esempio, alla carta stampata? E gli altri diritti? Come tutelare il proprio lavoro e la propria identità?
Anche in questo caso, l´anarchia di internet non gioca a favore della legalità. Il plagio è punito indipendentemente dal mezzo con cui esso venga perpetrato. Tuttavia, in alcuni Paesi come l´Italia, la normativa su diritto d´autore e brevetti non è così chiara e user friendly come vorremmo. Ad esempio, in Italia, l´art 2697 c.c. impone l´onere della prova a chi voglia denunciare una contraffazione di marchi, brevetti e opere d´ingegno; la prova deve essere un esemplare dell´oggetto contraffatto, da acquisirsi con mezzi propri e legali, cosa che sembra scontata, ma che pone notevoli limiti tecnici all´acquisizione stessa. Se poi ci addentriamo in violazioni più particolari legati ai temi dell´identità personale (di persona fisica o giuridica) e del diritto d´autore, come ad esempio il cybersquatting (rapimento di siti e pagine personali per farne uso a fini illeciti), la situazione è ancora meno chiara in Italia e si contrappone nettamente a quella di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti: il Nostro Paese (non) risolve il problema, perchè, nonostante le recenti iniziative legislative, l´unico punto fermo ad oggi è l´art 7 del c.c. e alla normativa per la protezione di marchi, diritto d´autore ed opera dell´ingegno, che non offreancora risposte concrete a questo tipo di minaccia; diversamente, gli Stati Uniti adottano, fin dal 1999, l´Anticybersquatting Consumer Protection Act (ACPA). Se dovessimo addentrarci nella problematica dei singoli rischi per le identità delle persone fisiche, dovremmo discutere di ulteriori lacune normative, soprattutto in materia di indagine e prova. Per sintetizzare e proporre un indirizzo operativo, però, potremmo dire che sta alle aziende, ai professionisti e ai singoli cittadini metere in atto alcune buone pratiche e usufruire di quelle poche (ma buone) tutele già esistenti, seguendo, in primis, norme di buon senso quali: non sottovalutare l´uso strumenti quali software crittografici, dispositivi per l´identificazione sicura, mezzi per la marchiatura digitale forte (watermarking); non abbassare la guardia al di fuori del luogo di lavoro o nello scambio di comunicazioni con amici e parenti e, soprattutto, togliere dal proprio eloquio la frase " io sono uno qualunque, non faccio niente di strano, a me queste cose non succedono". Siamo tutti potenziali bersagli, basta un momento di distrazione, basta dimenticarsi un log out da uno qualsiasi dei nostri spazi di posta elettronica, social o galleria di documenti, dati e immagini ad essi collegati.
Al link che segue riportiamo anche un´ intervista televisiva della Prof. ssa Lisi realizzata per STAMPTOSCANA nella rubrica "Il video del giorno" su temi come il furto d´identità e lo stalking .
http://www.stamptoscana.it/articolo/video-del-giorno/cyberbullismo-dal-povero-oliver-alle-violazioni-di-identita