NO AI TAGLI AI PATRONATI: FIRMA PER DIFENDERE I TUOI DIRITTI
05-11-2014 16:02 - NEWS ACLI TOSCANA - territorio

Scritto da Ufficio stampa Acli
È a rischio, a causa del taglio di 150 milioni previsto dalla Legge di stabilità, l´assistenza gratuita ai cittadini italiani e stranieri su 92 tipologie di servizi che abbracciano tutto l´arco della vita, dalla maternità anticipata ai ratei di pensione post-mortem.
Per questo "la riduzione del 35% dell´aliquota previdenziale destinata ad alimentare il fondo patronati non costituisce un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati". Lo affermano in una nota unitaria i patronati Acli, Inas, Inca e Ital, i quali per scongiurare i pesanti effetti sociali di questa misura "che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l´opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l´importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità".
È subito partita la petizione "No ai tagli ai patronati" per raccogliere le firme dei cittadini e delle cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche sostanziali della norma.
Nel corso di questo mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l´opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all´estero e delle famiglie.
Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell´Inps, dell´Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di Stabilità.
I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini.
Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone.
Per questo, afferma il comunicato congiunto, si tratta di "una scelta scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l´unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all´estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L´uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata. Ed inoltre, per svolgere lo stesso lavoro, oggi compiuto dai Patronati, la Pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps, Inail e ministero dell´Interno) sarebbe di 657 milioni di euro".
È a rischio, a causa del taglio di 150 milioni previsto dalla Legge di stabilità, l´assistenza gratuita ai cittadini italiani e stranieri su 92 tipologie di servizi che abbracciano tutto l´arco della vita, dalla maternità anticipata ai ratei di pensione post-mortem.
Per questo "la riduzione del 35% dell´aliquota previdenziale destinata ad alimentare il fondo patronati non costituisce un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati". Lo affermano in una nota unitaria i patronati Acli, Inas, Inca e Ital, i quali per scongiurare i pesanti effetti sociali di questa misura "che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l´opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l´importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità".
È subito partita la petizione "No ai tagli ai patronati" per raccogliere le firme dei cittadini e delle cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche sostanziali della norma.
Nel corso di questo mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l´opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all´estero e delle famiglie.
Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell´Inps, dell´Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di Stabilità.
I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini.
Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone.
Per questo, afferma il comunicato congiunto, si tratta di "una scelta scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l´unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all´estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L´uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata. Ed inoltre, per svolgere lo stesso lavoro, oggi compiuto dai Patronati, la Pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone. Il costo complessivo per la Pubblica amministrazione (Inps, Inail e ministero dell´Interno) sarebbe di 657 milioni di euro".